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QUANDO UN FIABA DIVENTA REALTÀ: LA STORIA DI LUCIA SPEZZANO, FAVOLISTA DI PROFESSIONE.

Siamo tutti alla ricerca di una favola. Nei borghi italiani sembra che il tempo abbia fermato i suoi rintocchi, per dare a scrittori ed esploratori del fantastico, il giusto spazio per lasciarsi ispirare. I loro vicoli e le atmosfere storiche, sono location perfette per dar vita ai sogni e alle fiabe che, da bambini, ci trasformano negli adulti a cui vogliamo assomigliare. Ne parliamo con Lucia Spezzano che ha coronato il suo sogno di diventare scrittrice di favole e che ora porta nei borghi la sua creatività per eventi dedicati al genere e ai bambini. Lucia Spezzano ha collaborato con grandi maestri illustratori, dando vita a piccoli capolavori come “Le tredici e una favola… da leggere, raccontare e colorare”, “Cuntami ‘na romanza, la fiaba di Pompagranita”, “Piumetta pettirosso coraggioso”, “La Cascina dei Gobbi”: opere per piccini che hanno ricevuto grande riscontro e che ora porta in giro per l’Italia partecipando a grandi eventi culturali. Noi di Borghi Italiani le abbiamo chiesto di raccontarsi per ripercorrere insieme le tappe di una storia che sa di magia.

C’era una volta una bambina che amava scrivere. La tua storia inizierebbe così. Com’è cominciato tutto?

Credo che ognuno nasca con dei doni. Se coltivati, possono trasformarsi in passioni reali. Sin da piccola, amavo osservare la natura e ascoltare favole. Mi perdevo nei viaggi che la mia mente sapeva fare con poco. E devo dire che la mia anima creativa è stata alimentata parecchio anche dalla mia famiglia.

La fantasia è un tema. Ma la scrittura?

La passione per la scrittura è stata con me da sempre, credo mi sia sempre appartenuta come qualcosa di innato. Mi sento una privilegiata ad aver sviluppato la mia essenza. Nel mio cuore ho sempre avuto favole che si incrociavano con un profondo rispetto per la natura: la materia mi è stata offerta, con grande fortuna, da quello che mi circondava.


C’era una volta una bambina che amava scrivere. La tua storia inizierebbe così. Com’è cominciato tutto?

Credo che ognuno nasca con dei doni. Se coltivati, possono trasformarsi in passioni reali. Sin da piccola, amavo osservare la natura e ascoltare favole. Mi perdevo nei viaggi che la mia mente sapeva fare con poco. E devo dire che la mia anima creativa è stata alimentata parecchio anche dalla mia famiglia.

La fantasia è un tema. Ma la scrittura?


La passione per la scrittura è stata con me da sempre, credo mi sia sempre appartenuta come qualcosa di innato. Mi sento una privilegiata ad aver sviluppato la mia essenza. Nel mio cuore ho sempre avuto favole che si incrociavano con un profondo rispetto per la natura: la materia mi è stata offerta, con grande fortuna, da quello che mi circondava.

Come sei arrivata a scrivere favole per bambini? Da cosa hai cominciato?

Nel modo più improbabile, come accade per le cose che non ti aspetteresti mai e che invece accadono. Ho studiato Scienze Politiche all'Università di Bari ma la passione per la scrittura mi ha sempre accompagnata. Dopo l'università, mi sono trasferita a Varese per inseguire il mio sogno. Il destino ha voluto che incontrassi Maria Terranova, un’editrice che ha creduto in me e ha deciso di pubblicare “Tredici favole da raccontare ...”. Il libro è stato un successo, tutte le 2000 copie prodotte sono state vendute in un battito di ciglia. Questo inizio mi ha dato la fiducia per continuare.

Poi l’incontro con Jacovitti, uno dei più importanti autori di fumetti italiani del Novecento… Dopo il successo del mio primo libro, volevo dare una rappresentazione grafica ai miei personaggi. Jacovitti, con le sue illustrazioni argute, era il mio idolo ideale. Nonostante le difficoltà iniziali, sono riuscita a contattarlo personalmente. Lui è stato molto umile, come lo sono tutti i grandi. Ha letto il mio libro ed è stato entusiasta, ha accettato subito di illustrarlo. Ricorderò per sempre quell’incontro come un momento magico della mia vita, che ha segnato l'inizio di tutta la mia avventura.


Immaginiamo per un attimo che sulla tua avventura scrivessero un libro. Quali sarebbero i capitoli più avvincenti?

Sicuramente, la pubblicazione del mio primo libro e la collaborazione con Jacovitti sono stati momenti fondamentali. In realtà ogni nuovo progetto e ogni riscontro positivo dai lettori sono per me motivi di grande soddisfazione, dedicherei un libro intero a ciascuno di loro. Vedere le mie storie prendere vita e raggiungere il cuore delle persone è un'esperienza che va oltre la narrativa.

Quali sono i temi più ricorrenti nelle tue favole?

La Terra e l’Universo. Mi affascina l’idea di pensarci tutti connessi, dal più piccolo fiore alla stella più lontana. Se ci pensiamo, le favole esistono già intorno a noi, bisogna solo avere le antenne giuste per captarle e metterle su carta. L'ispirazione mi arriva dall'osservazione della natura e delle sue meravigliose creature. La natura è una maestra e ci offre tutto ciò di cui abbiamo bisogno.

Ma la natura si sta dimostrando anche malevola, non più di quanto noi non lo siamo con lei… Mi addolora vedere come la stiamo trattando. L'infelicità degli uomini è strettamente connessa con quella della nostra madre terra, che è un essere vivente che vibra e pulsa. Lo sfruttamento massiccio delle risorse crea un grande disequilibrio che ricade su tutti noi, portando tristezza e disarmonia. Spero davvero che l'umanità prenda coscienza e faccia un passo indietro, rispettando la natura che ci ospita.

C’è un messaggio, una morale, nelle tue storie sul tema dell’ecologia?

Sì, il messaggio che cerco di trasmettere è quello di rispettare e amare la natura e tutte le creature che vivono su questo pianeta. Dobbiamo prendere coscienza del fatto che il male che facciamo agli altri esseri viventi ricade su di noi. Solo con amore e rispetto possiamo coesistere in armonia.


Più in generale, quali sono i temi affrontati dalla tua narrativa per bambini?

I miei libri parlano di natura, delle leggi universali, del nostro pianeta, dei pregi e difetti degli esseri umani. Scrivere su questi temi mi diverte e mi soddisfa profondamente. Auguro a tutti di trovare una professione che li soddisfi e li diverta, perché la felicità nasce dal cuore quando fai ciò che ti piace fare.

Ci spingiamo un passo oltre in materia di libertà nella realizzazione dei propri sogni. Cosa diresti ai genitori che influenzano le scelte di carriera dei loro figli?

Penso che nessun genitore dovrebbe imporre un percorso di vita ai propri figli, perché i figli non sono una proprietà. Le loro scelte vanno rispettate. Dire a un figlio di fare il medico per diventare ricco o l'ingegnere per avere prestigio è un grande errore. La felicità viene dal fare ciò che si ama. 

Cosa vorresti dire ai tuoi lettori, a chi ti segue nei festival e viene agli eventi per te, insomma ai tuoi sostenitori? 

Ringrazio di cuore tutti i miei lettori, i professori, le maestre che consigliano i miei libri e tutti coloro che li leggono. Vorrei dire loro di seguire sempre il loro cuore. Seguire il mio, mi ha portato in questa direzione che amo. Dunque: ascoltarsi e rispettarsi profondamente, questo amore per sé stessi ripaga e aiuta a tracciare la rotta per fare ciò che davvero siamo destinati a essere.

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